Uno sguardo al passato rivela sempre differenze col presente; nette ed amare si rivelano quelle relative all’ autorità, una volta indiscussa ed oggi praticamente scomparsa, dell’aeroporto Gino Lisa.
Le caratteristiche climatiche favorevoli al volo unite alla vastità del Tavoliere, pista naturale, fecero sì che il Meridione d’Italia trovasse nella città di Foggia la culla ideale del suo primo aeroporto: dopo Aviano e Malpensa fu infatti il capoluogo dauno a dare all’Italia uno dei suoi primi aeroporti, il Gino Lisa.
Era la fine del 1914 quando cominciarono i lavori che si sarebbero ultimati per l’ottobre dell’anno successivo e, presto, le strutture che servivano il campo di 14.000 mq ospitarono i primi velivoli scuola: i biplani Farman.
La creazione di ulteriori campi nello stesso periodo (i primi ad affiancare il Gino Lisa furono il Campo di San Nicola d’Arpi e il Foggia Ovest) rivelarono quella che era una sicura vocazione del territorio, oggetto di importanti interessi a livello internazionale; ne è prova il fatto che nel settembre del 1917 giunsero a Foggia i primi 200 allievi americani, comandati dal noto italoamericano Fiorello La Guardia.
L’attività degli americani a Foggia, ribattezzati dai connazionali “The Foggiani” fu intensa e determinò il conseguimento di numerosi brevetti di volo anche da parte di italiani e francesi.
L’avvento del Fascismo e l’istituzione della Regia Aeronautica Militare favorirono la crescita di importanza del campo Gino Lisa. Il campo divenne un Regio Aeroporto Armato di 2° Classe e vide conseguire i brevetti di numerosi piloti pluridecorati. Successivamente fu la presenza tedesca a trovare a Foggia una scuola di primaria importanza per il volo.
La Seconda Guerra Mondiale fece del campo Gino Lisa un importante punto nevralgico per le strategie militari dell’aria da parte dell’Italia e della Germania; numerosi reparti resero intensa e vitale l’attività di un campo che ai vertici militari costituiva una risorsa su vasta scala. Il campo venne visitato più volte da Mussolini nonché da tedeschi del calibro dei marescialli Goering e Kesserling.
A questa esponenziale ascesa si accompagnava un maggiore interesse da parte degli angloamericani verso l’obiettivo della città, rappresentato soprattutto dalla dozzina di campi d’aviazione che rendevano la Capitanata una necessità per lo scenario bellico nel Mediterraneo. Assieme a Gerbini, Foggia costituiva uno dei più vasti complessi aeroportuali d’Italia e nei suoi campi si svolgeva parallelamente la sperimentazione di nuove armi come la bomba guidata Fritz X che venne utilizzata per l’affondamento della Regia Nave Roma dopo l’Armistizio.
I bombardamenti su Foggia del 1943 fiaccarono la vitalità dei vari campi d’aviazione ma la conseguente occupazione alleata portò il Gino Lisa (noto come Foggia Main) ad una posizione al vertice del grande corredo di campi del territorio circostante. Fu uno dei campi di maggiore attività durante la presenza delle forze aeree alleate e venne visitato dai vertici militari, in primis il comandante della 15° Forza Aerea Americana, il generale Nathan Farragut Twining.
Scrive Eisenhower nelle sue memorie di guerra:”Eravamo particolarmente desiderosi di catturare velocemente gli aeroporti di Foggia e un numero di piani era stato precedentemente studiato al fine di facilitare questa operazione” (D. Eisenhower, Crusade in Europe).
La conquista del Gino Lisa e degli altri campi d’aviazione venne celebrata come una delle più importanti vittorie dello scacchiere europeo, lo stesso Presidente Roosevelt ne manifestò piena soddisfazione in una conferenza stampa tenutasi a Washington il 28 settembre del 1943, a poche ore dalla conquista di Foggia:”La cattura di Foggia fu uno dei più importanti successi alleati dal punto di vista strategico, portando le forze aeree alleate più prossime alla Germania e consentendo una copertura aerea per tutte le operazioni a seguire, sia in Italia che nella costa adriatica, specialmente al Nord Italia. Non svelo un segreto militare dicendo che i vertici militari tedeschi hanno tracciato sull’Europa una serie di cerchi attorno a vari punti strategici con Foggia al centro” (fonte: Canberra Times, 30 settembre 1943).
Anche Dewitt Mackenzie, analista di guerra della Associated Press, enfatizzò il successo della conquista, scrivendo sull’Eugene Register Guard del 27 settembre:”La cattura di Foggia nell’Italia meridionale rappresenta uno dei maggiori trionfi della guerra nel Mediterraneo, perché è la chiave per nuovi e vasti campi dello sforzo alleato”.
La conseguenza di questo possesso fu il controllo di un vasto spazio aereo che si fondeva con quello di Londra per determinare una superiorità indiscussa dell’aria: da Foggia era possibile controllare e colpire gli obiettivi dei Balcani e dell’Europa Centro – Orientale. La massiccia presenza di personale militare e di velivoli rese necessaria la creazione di una fitta rete di campi satelliti che andò ad arricchire quella preesistente.
Congiuntamente ai voli degli Alleati, la Forza Aerea Italiana Cobelligernate operava con significativa intensità fino alla fine del conflitto.
Nel Dopoguerra, la maggior parte dei campi satellite venne smantellata mentre il campo di Gino Lisa restava il punto di riferimento principale assieme ad Amendola.
Alla fine degli anni Sessanta il Gino Lisa venne convertito in aeroporto civile.
In queste brevi linee è racchiuso un veloce excursus su una identità, quella del Gino Lisa, che merita sicuramente maggiore attenzione; mantenere viva la memoria storica e la vitalità operativa del Gino Lisa è una necessità che va da tutti percepita, perché si possa continuare a parlare di vocazione al volo del territorio foggiano.
Prof. Tommaso Palermo