Come corre adesso il Gino Lisa: le procedure di autorizzazione per la nuova pista viaggiano spedite, giovedì scorso il consiglio comunale si è superato nell’approvare all’unanimità (26 voti) il piano aeroportuale di rischio, quello che cioè pone vincoli edilizi perenni sulla cintura intorno allo scalo. Un tema delicato, quello delle costruzioni, superato in surplace dall’assemblea quasi a voler rimuovere la «sindrome edilizia» e il ricordo di vecchie amnesie che negli ultimi anni avevano respo possibile l’autorizzazione di piani edificatori fin dentro il sedime della nuova pista.
Ora il Gino Lisa con le sue ambizioni di sviluppo logistico diventa una «priorità» per il progresso sociale e economico della città e della sua provincia e il richiamo alla responsabilità di cui si era fatto portavoce il nostro giornale è stato recepito fino in fondo. Bel segno.
Tira un sospiro di sollievo l’assessore alla Qualità del territorio, Augusto Marasco: «Ce l’abbiamo quasi fatta – sottolinea – perché non è ancora finita. Ma il consiglio ha dato prova di maturità e di coraggio che testimonia, una volta di più, quanto la comunità foggiana tenga allo sviluppo del suo aeroporto. Ora il provvedimento dovrà essere ratificato dalla giunta regionale, ma per far questo occorre il parere della commissione nazionale di Via. Quanto alla variante del piano comunale tratturi, il consiglio sarà messo nelle condizioni di approvarla, ritengo, nell’ultima seduta utile prima delle ferie estive».
Dunque la faccenda non è ancora conclusa per il via libera definito al prolungamento a 2000 metri. Tuttavia l’ok del piano comunale dei Tratturi è ormai solo una formalità dopo il via libera regionale alla modifica dello stesso notificato appena una settimana fa. Quanto al ministero dell’ambiente che deve pronunciarsi sulla Via, i tempi sono più incerti e comunque non si dovrebbe andare oltre l’estate. «Il nostro compito si è quasi concluso – spiega Marasco – era importante non fornire alibi e chicchessia».
Insomma il Gino Lisa l’ha quasi vinta la sua (difficile) partita con la burocrazia. E dire che ha trovato giudici troppo severi sulla sua strada anche se non potevano fare diversamente se pensiamo che dieci anni fa l’area di viale degli Aviatori e gli spazi prospicenti la tangenziale erano assediati da casupole e baracche molte delle quali abusive. Il Comune con la sua ostinazione ha vinto una battaglia che molti in città ritenevano fosse perduta in partenza, ed è giusto sottolinearlo in un momento in cui si possono già cominciare a tirare le prime somme. «La partita non è finita», avverte Marasco ed ha ragione: quando saranno completate tutte le autorizzazioni (settembre?) bisognerà infatti concentrarsi sui fondi richiesti da Aeroporti di Puglia al governo per finanziare il progetto. Un’altra sfida contromano, se pensiamo alle parole dell’amministratore unico di AdP, Giuseppe Acierno: «Facciamoci trovare pronti con le autorizzazioni, solo così i soldi destinati alla pista potrebbero non essere distratti per fare altre cose».
I 14 milioni di fondi Fas in teoria sono soldi della Puglia, ma la crisi non se ne va e il governo ha molte urgenze di cassa da superare per preoccuparsi di trasgredire il mandato europeo. Perciò prima di cantare vittoria, sarebbe meglio aspettare l’erogazione dei finanziamenti. Ma con questa vicenda Foggia incassa un pieno di autostima particolarmente salutare di questi tempi: siamo riusciti a chiudere una pratica aperta da quarant’anni, il vecchio Gino Lisa adesso può sperare di diventare un vero aeroporto.
Articolo di Massimo Levantaci pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno del 20.07.2013