«Aeroporto, entro ottobre faremo il bando di gara». Franchini (Adp): «Siamo pronti, i ritardi non dipendono da noi»

Foggia, è arrivato l’ultimo ok per i lavori della nuova pista. Si della Regione, parola al ministero. Ma c’è il rischio di perdere i fondi
Settembre 5, 2013
La Giunta Regionale pugliese ha approvato l’allungamento della pista. Sprint finale per concludere il tutto entro fine anno..
Settembre 5, 2013

Tempi stretti per non perdere i 14 milioni di euro del Cipe sul prolungamento della pista del Gino Lisa a duemila metri. La scadenza del 31 dicembre, data entro la quale bisognerà aver appaltato la gara, veniva vista come una ghigliottina dall’amministratore unico di Aeroporti di Puglia, Giuseppe Acierno, già il 28 maggio scorso nella sua prima visita a Foggia ricevuto dal sindaco Mongelli. A maggior ragione quella data diventa un incubo oggi che mancano all’appuntamento poco meno di 90 giorni: c’è il rischio che l’enorme mole di richieste e autorizzazioni che ci sono volute per il prolungamento diventino carta straccia e proprio sul gong. Sarebbe una beffa atroce per il Gino Lisa e la comunità foggiana che ora crede nelle potenzialità di un aeroporto più competitivo, in grado cioè di far volare aerei con almeno cento passeggeri.

Tutte le attenzioni sono perciò rivolte ancora una volta su Aeroporti di Puglia, l’ente gestore, che dovrà fare i lavori.

Allora, quanto è concreto questo rischio?

«Dipendesse da noi i lavori per la pista sarebbero già appaltati», risponde in questa intervista alla Gazzetta Marco Franchini, direttore generale di Adp. E invece l’iter non è ancora finito.

Cosa manca ancora?

«Aspettiamo che si chiuda la procedura con la commissione di Via nazionale (valutazione d’impatto ambientale: ndr), per fine settembre credo che ce la faremo. A ottobre poi pubblicheremo il bando di gara, per il quale occorrono sessanta giorni. Abbiamo invece già pubblicato quello delle particelle sugli espropri».

Gli 81 milioni del Cipe sono però già in cassa, i lavori a Bari e Brindisi sono già partiti.

«E’ vero, Foggia parte per ultima. Noi faremo tutto il possibile perchè si accelerino tutte le procedure quando verremo messi nelle condizioni di farlo. Voglio ricordare che per Bari e Brindisi si tratta di interventi, pur importanti, che però non hanno previsto lo stesso iter autorizzativo del Gino Lisa».

Novanta giorni salvo deroghe, se la delibera 62 del 2011 parla chiaro è anche vero che Acierno non aveva escluso scappatoie.

«Noi faremo di tutto per avere le autorizzazioni e partire con le gare entro il 31 dicembre. Forse si potrà individuare un percorso per non perdere i finanziamenti, ma al momento nessuno può dirlo».

Intanto si apprende che entro pochi giorni potrebbe arrivare il parere (affermativo) della commissione di Via nazionale sugellato dal ministero Ambiente. L’emanazione del decreto di approvazione del progetto da parte della Conferenza di servizi regionale sarà dunque il passo successivo: è il decreto che serve per bandire la gara d’appalto.

I finanziamenti del Cipe. Gli 81 milioni di fondi Fas già erogati per Bari e Brindisi

Gli 81 milioni di fondi Fas (fondi per le aree sottosviluppate) sono già a destinazione, Aeroporti di Puglia ha messo a gara i lavori che riguardano gli scali di Bari e Brindisi. Nell’aeroporto Giovanni Paolo II sono previsti interventi di adeguamento delle infrastrutture di volo (15 milioni) e la riconversione delle aree militari (19) del vecchio scalo di Palese; al Papola di Brindisi la ristrutturazione dell’aerostazione (10 milioni), la ristrutturazione della caserma dei Vigili del fuoco (3), il rifacimento del piazzale di sosta degli aeromobili (20) e l’adeguamento del sistema parcheggi per un totale di 33 milioni di euro. A Foggia l’allungamento della pista a duemila metri prevede espropri su complessivi 11 ettari (7 ettari sul lato Nord oggetto del prolungamento) che hanno comportato una procedura autorizzativa non paragonabile ai due interventi precedenti. Ma i 14 milioni di fondi Cipe vanno spesi entro il 31 dicembre, salvo deroghe ad oggi improbabili.

Articolo di Massimo Levantaci pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno del 3.9.2013