L’altra mattina ho avuto il “piacere” di leggere questo articolo della Repubblica di Bari a firma del giornalista Antonello Cassano.
Resto seriamente perplesso su come il Vs. giornalista abbia impostato il suo dossier Gino Lisa ( guarda un po’ che tempistica rispetto alla conferenza stampa della Regione Puglia sul nuovo sistema aeroportuale pugliese ) senza approfondire alcuni aspetti storici della vertenza ed evidenziando unicamente l’aspetto degli investimenti per quello che viene definito, sostanzialmente e brevemente, un buco inutile e mai funzionante.
Al di là dell’imprecisione di alcuni dati riportati (parlo soprattutto dei risultati dell’ultima compagnia aerea che ha volato da Foggia raggiungendo discreti obiettivi) emerge dalla lettura dell’articolo un fazionismo che avrebbe un senso se a scrivere fosse stato un politico contrario allo sviluppo di una infrastruttura.
Ma un giornalista dovrebbe avere un distinto punto di vista specie quando intende riportare un dossier di tale portata.
Dovrebbe, mia umilissima opinione, appurare tutte le fonti e riportare i dati corretti e completi, studiandone le motivazioni oggettive che stanno poi alla base dei risultati statistici acquisiti.
Se dunque l’obiettivo era evidenziare lo “spreco” di denaro pubblico avrebbe dovuto il giornalista almeno approfondire le motivazioni ed individuare correttamente i responsabili di una tale gestione scellerata, senza dimenticare, chiaramente e in tutto questo, l’obbligo sussistente in capo all’attuale gestore di rispettare gli accordi presi con l’Enac sui 4 scali per 40 anni.
Così, dunque, avrebbe dovuto approfondire il rapporto tra investimenti effettuati per gli scali di Bari e Brindisi e quelli per Foggia degli ultimi anni che hanno trasformato i primi due in scali di rilevanza internazionali e nazionale, a differenza del Gino Lisa declassato a regionale, ma non perchè più idonei come bacino di utenza ma perchè scorrettamente individuati dal gestore come gli unici scali per i voli civili.
Avrebbe dovuto evidenziare come ad oggi non sussista per il Gino Lisa, come anche accaduto in passato, un vero piano industriale.
Avrebbe dovuto soffermarsi sul bacino di utenza di un territorio che non ha rivali, anche per le zone confinanti della Campania e del Molise, e che meriterebbe ben altra considerazione.
Invece ha pensato bene ad evidenziare i resti di un “morto” senza capirne le cause e i veri responsabili.
Spiace che una penna di un importante giornale si limiti ad una “interpretazione politica” e non all’approfondimento giornalistico.
Peccato davvero.
Restiamo, chiaramente, a disposizione della Redazione e dello stesso autore del dossier per spiegare ogni ulteriore vantaggio negato al territorio e i tanti errori commessi dalla politica regionale a partire dal Governo Fitto sino ad oggi, passando dunque anche per Vendola.
Replica personalissima.
Presidente Comitato Vola Gino Lisa, Avv. Maurizio Antonio Gargiulo